A questo Paternò vanno fatti solo applausi. E non soltanto per i risultati della stagione corrente con una salvezza ormai praticamente raggiunta, e probabilmente mai in discussione, ma per quanto dimostrato negli ultimi anni. Nonostante la retrocessione di due stagioni fa, arrivata dopo ottimi precedenti campionati, la società è andata avanti per la propria strada dimostrando come anche in un territorio complicato come è certamente tutto il sud Italia, la parola programmazione la si può declinare efficacemente e non riempirsene semplicemente la bocca. Così, dopo la splendida stagione scorsa, che ha riportato i rossazzurri nella massima serie dilettantistica nazionale, anche quest'anno, con una squadra giovane e di prospettiva, sta facendo ottime cose.
Tra gli architetti dell'annata sportiva 2024-2025, c'è il direttore sportivo Vittorio Strianese che si è concesso alle domande della nostra redazione.
Manca l'aritmetica ma possiamo dire che la permanenza in serie D per il Paternò è cosa fatta.
«Si, ci manca il conforto dell'aritmetica ma siamo a buon punto. Diciamo che siamo quasi salvi ma...».
Ma?
«Bisogna sempre migliorarsi. Non accontentarsi mai, bisogna sempre voler fare bene ed andare avanti cercando di fare meglio. Non bisogna fermarsi».
Diciamo, allora, che forse c'è il rammarico per qualche pareggio di troppo?
«Sì. C'è un po' di rammarico perché abbiamo subito in tre, o quattro, partite il pareggio nel finale di gara. Come col Siracusa quando mancavano trenta secondi alla fine, o a Favara dove mancavano una manciata di minuti e vincevamo due a uno. Ed in alcuni casi è andata peggio ed abbiamo persino perso, come ad Agrigento. Noi siamo una squadra che può vincere contro la prima in classifica così come può perdere con l'ultima. È lo scotto, però, da pagare quando si ha una squadra giovane. Possono accadere questi momenti di black-out quando si hanno tanti ragazzi giovani. Senza dimenticare che alcuni di questi li ho presi dall'Eccellenza. Per questo dico che tutte le componenti, a partire dallo staff tecnico, passando per quello dirigenziale, per i calciatori, fino ai magazzinieri, hanno fatto un lavoro straordinario si a livello tecnico che gestionale. È stato fatto un grande percorso».
E grazie a questo lavoro avete superato sul campo ed in classifica anche club che hanno investito parecchio la scorsa estate.
«Assolutamente sì. Noi per esempio a dicembre non abbiamo fatto quasi niente a livello di calciomercato, abbiamo mosso pochissimo. Squadre che sono ora dietro di noi anche nel mercato di riparazione hanno fatto grossi investimenti per rinforzare le rose proprio perché la classifica non era delle migliori. Noi abbiamo viaggiato in una posizione di classifica, invece, sempre tranquilla senza mai avvicinare i play-out. E va sottolineato che molti addetti ai lavori la scorsa estate ci davano già per spacciati o destinati inesorabilmente ai play-out».
Un grande lavoro della società.
«Sì. Un lavoro straordinario anche della società che dal presidente Mazzamuto a scendere hanno ancora una volta dimostrato il proprio valore. Alla squadra non è mai mancato nulla, ed io, ci tengo a sottolinearlo, ho potuto lavorare in serenità e tranquillità».
Dopo la splendida pagina di storia calcistica scritta la scorsa stagione con la cavalcata prima in Coppa Italia Dilettanti Sicilia e poi in quella nazionale che vi ha regalato infine la serie D, cosa l'ha spinta a restare e continuare il progetto sportivo in rossazzurro?
«Sono da tanti anni oramai in questo club. Dalla società ho avuto garanzie di poter lavorare per allestire una squadra che mirasse ad un campionato tranquillo. Programmare con questa società, che ha delle basi solide a livello strutturale ed economico, è inoltre un piacere. Un club che ti fa lavorare tranquillo, mantiene gli impegni e ti fa stare bene è quasi unico nel suo genere. Non è un caso che dopo trentatré anni abbiamo riportato la Coppa Italia Dilettanti in Sicilia».
E nello scegliere i giocatori lei ci ha preso anche stavolta.
«Sono stati scelti dei giocatori che la maglia del Paternò l'hanno sudata, la sudato e la suderanno ancora fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata di questo campionato. Questa squadra non vuole fermarsi, vuole continuare a fare bene. Questa è la mentalità inculcata dal primo giorno di ritiro. Questa squadra ha valori importanti, sia umani che tecnici».
E domenica c'è una sfida dal sapore speciale: il sentitissimo derby contro l'Acireale.
«Troveremo un Acireale agguerrito, che ha bisogno di fare punti per uscire dalla zona play-out. Noi affronteremo la partita sempre col massimo impegno e determinazione. È ovvio che sia una gara che per la classifica vale tanto sia per noi che per loro. È un derby e come tutti i derby non è una partita normale. Naturalmente noi cercheremo di fare di tutto per portare a casa un risultato positivo, poi come è giusto che sia sarà il campo a parlare».
Come ha vissuto il caso Akragas?
«Prima di tutto non conoscendo la situazione da vicino non posso giudicare quanto è accaduto. Parlando in linea generale, purtroppo quando si fa il passo più lungo della gamba succede questo. La programmazione serve proprio a non fare il passo più lungo della gamba. Quando bisogna far fronte a cifre importanti senza poterle affrontare, si finisce con l'accumulare debiti su debiti e poi alla fine non è facile uscire fuori dalle difficoltà. Diventa una zavorra che ti porti poi dietro anno dopo anno. A me sinceramente dispiace per l'Akragas, per la piazza di Agrigento che è una bella città, con un tifo importante, una piazza che ha vissuto il professionismo. Dispiace molto, è una sconfitta per tutta la Sicilia».
In chiusura. In questi giorni si è parlato di una eventuale riforma del format del campionato di Serie D con una riduzione delle squadre ed il passaggio a otto gironi, con la nona promozione che arriverebbe attraverso i play-off. Il suo pensiero?
«Per come la vedo io sarebbe una riforma giusta che andrebbe a dare stimolo ai play-off che ad oggi hanno un valore molto relativo. Inoltre, da quanto so, con la riforma arriverebbero anche maggiori controlli relativi alle iscrizioni ai campionati. Il che potrebbe aiutare ad evitare problematiche che si sono vissute anche in questa stagione in D come in C. Portando ad una riduzione delle squadre sicuramente ne trarrebbe vantaggio lo stesso campionato perché quando si verificano certe situazioni inevitabilmente si falsa una stagione».
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