La sconfitta con il Notaresco segue il trend dell'ultimo periodo dell'Atletico Ascoli. A parlare ai canali ufficiali del club in una lunga intervista è il direttore sportivo Mario Marzetti.
Uno squadra che porta avanti le sue idee, crea tanto ma viene punita al primo errore. Come ti spieghi questo periodo? E come si può uscirne secondo te?
«Penso che il periodo che stiamo vivendo non se lo aspettava nessuno e di certo non è nella nostra indole cercare alibi. Dobbiamo capire perché non riusciamo ad avere la continuità di risultati come avvenuto nella prima parte di stagione e, allo stesso tempo, dobbiamo andare avanti con le nostre idee perché altrimenti vorrebbe dire rinnegare quanto fatto fino ad oggi. Non c'è una ricetta scritta ma indubbiamente dobbiamo portare gli episodi dalla nostra parte. Questo ci consentirebbe di ritrovare quella serenità che la domenica può essere uno stimolo in più per ottenere i risultati che tutti si aspettano e che noi siamo convinti di poter raggiungere».
Nonostante tutto la squadra rimane al settimo posto con cinque lunghezze più del campionato scorso. In linea con gli obiettivi che vi siete dati?
«È normale che quando affili dei risultati negativi lo sguardo va anche alla classifica. Noi in questo momento siamo sopra a piazze come Recanati, Avezzano, Roma City, Fermana e Vigor Senigallia. Non credo che il nostro percorso sia al di sotto delle aspettative perché il primo obiettivo era quello di mantenere la categoria. Il nostro allenatore lo dice da sempre anche quando eravamo secondi. Allo stesso tempo non smetterò di trasmettere alla squadra l'idea che se vogliamo crescere lo sguardo deve andare sempre verso l'alto. Non sappiamo ad oggi dove si può arrivare. Ci vogliono calma e spirito di abnegazione per il lavoro. Tutte cose che ho visto negli occhi dei ragazzi».
Dal mercato sono arrivati giocatori di prospettiva, molti dei quali con contratti pluriennali. Anche chi ha lasciato la squadra lo ha fatto in prestito per aumentare il minutaggio. La società ha le idee chiare per quello che riguarda la programmazione futura?
«Sono sette anni che faccio il Ds all'Atletico e ho sposato in pieno l'idea, la voglia, l'ambizione e allo stesso tempo la strategia della società. Raggiungere risultati ma allo stesso tempo avere una squadra giovane con ragazzi promettenti. Quest'anno, spinti ulteriormente dal fatto che siamo partiti bene, l'idea del mercato è stata quella di cogliere occasioni su giovani importanti con caratteristiche consone al nostro gruppo. Ragazzi che sicuramente ci aiuteranno ad ottenere risultati ma che allo stesso tempo proveremo a valorizzare. Penso a Didio, Feltrin, Ascoli o Valentino, calciatori che ambiscono alla Lega Pro e che abbiamo vincolato con contratti pluriennali. Ci auguriamo che questi, come altri che erano già in rosa e altri che abbiamo mandato a giocare, possano ambire ad una crescita personale ma sempre con un occhio di riguardo all'Atletico Ascoli che farà di tutto per portarli a realizzare un sogno, come avvenuto con Jonathan Ciabuschi».
Il passaggio di Ciabuschi tra i professionisti è sintomo di quanto l'Atletico abbia lavorato per la crescita dei propri giocatori. In un campionato difficile e contro piazze storiche come quelle che state incontrando negli ultimi due anni è questo il giusto modo per continuare a portare avanti i propri principi?
«La cessione di Ciabuschi è un riconoscimento importante per il ragazzo e per l’Atletico Ascoli. Jonathan lo conosciamo da quando eravamo nelle giovanili dell'Ascoli. Come molti altri professionisti ha avuto un periodo di assestamento nei dilettanti. Pescarlo in Eccellenza è stata per noi un'opportunità perché aveva voglia di raggiungere il suo obiettivo, ovvero di tornare nei professionisti con la maglia della sua città. La chiamata dell’Ascoli Calcio è stata un motivo di orgoglio per noi anche se, a livello tecnico, abbiamo perso il nostro numero 9 che in un anno e mezzo aveva fatto 16 gol. Una dimostrazione concreta nei confronti del ragazzo e dell'Ascoli Calcio. Questo si ricollega a quanto detto in precedenza: l'Atletico, essendo la seconda squadra di Ascoli, deve darsi delle linee guida e degli obiettivi totalmente diversi dalle squadre che ci precedono in classifica. L'Atletico Ascoli ha scelto e porta avanti questo percorso con entusiasmo da anni a partire dalla proprietà e da tutti quelli che la rappresentano. Credo che questa totale condivisione sia la maggior forza per non abbattersi nei momenti di difficoltà e di trovare sempre la soluzione per arrivare all'obiettivo. Siamo dispiaciuti ma anche forti e convinti di uscire da questa situazione».
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