Sergio Ferretti è nato a Pisa il 17 maggio 1957 altezza 177 centimetri peso 70 chilogrammi. Attaccante/mezzapunta.  Ha giocato per quasi un ventennio tra il 1974-75 e il 1991-92 giocando in tutte le categorie, dalla Serie A e B con il Varese, per poi fare giù e su per l’Italia calcistica tra Serie C1 e C2.  Conclude la carriera in Serie D girone A disputando il campionato 1992-93 con il Nizza Millefonti.

Il suo contributo fu determinante per portare la squadra torinese alla salvezza anzitempo, con un sesto posto a 36 punti, condiviso con Seregno e Pro Vercelli. 

Sergio Ferretti è stato un giocatore talentuoso di alta classe. Dribbling, tecnica individuale altissima, e ottima visione di gioco. Oggi potrebbe tranquillamente giocare in Serie A, dall’alto del suo stile calcistico. Venne chiamato “il poeta” per come accarezzava la sfera di cuoio, indirizzandola quasi sempre dove lui la predestinava. Dove è andato ha lasciato un buon ricordo sia come uomo che come calciatore. Ancora oggi i tifosi, di tutte le squadra dove ha militato, lo ricordano con affetto, e ne narrano i suoi epici dribbling con cross che pennellava sulla linea di fondo per la testa dei suoi compagni ed i gol. Ricorda con piacere tutte le squadre dove ha militato, dalla Sicilia con il Marsala, Messina e Siracusa, al Lecce (anche se fu una toccata e fuga), al Chieti, al Prato, al Rimini, Spezia, Alessandria, Cuneo, e Varese, dove iniziò la sua carriera calcistica. Sergio Ferretti segue sempre con attenzione una squadra che gli è rimasta nel cuore, perché ha giocato partite memorabili, lottando per la salvezza oppure per la promozione.

La squadra che gli è rimasta nel cuore è lo Spezia, dove ha giocato per tre anni consecutivi con una promozione in C1 al primo anno, e disputando due campionati con partite esaltanti in derby importanti allo stadio “Alberto Picco” dello Spezia. Ancora oggi, Sergio Ferretti, indimenticato numero dieci con la casacca bianca con bordo nero negli anni 80’, in un’intervista sulle pagine del Secolo del 02/06/2022 rivive i ricordi di una stagione esaltante, campionato 1985-86 con lo Spezia che da una posizione fallimentare della società, riuscirono a centrare una promozione, pareggiando con la Pistoiese, e furono promossi in Serie C1. Era il 1° giugno 1986. Ecco un passaggio importante dell’intervista di Sergio Ferretti sulle pagine del Secolo:

«Dovrebbero scriverci un libro su quell’annata -chiosa Ferretti- perché riuscire a centrare la promozione in quella situazione con il fallimento della società con i giocatori e lo staff tecnico per mesi senza stipendio, senza un campo di allenamento, senza fondi certi per le trasferte, con una rosa di appena 14 giocatori, con i conti di alberghi e ristoranti da saldare… sembra un film a ripensarci adesso, di sicuro rimarrà un fatto storico nella storia del club aquilotto”.

Dopo quell’impresa i giocatori strinsero forti legami di amicizia che portano avanti fino ad oggi, incontrandosi periodicamente per una cena ricca di emozioni e di ricordi.

Sergio Ferretti ricorda perfettamente quella gara che ebbe dell’incredibile con i tifosi che avevano riempito lo stadio “Alberto Picco” in ogni ordine di posti, oltre dodicimila spettatori. La gara si presentò difficile per Ferretti e company poiché la Pistoiese, guidata da Nello Santin, al 24’ passò in vantaggio con un gol di Pinelli ma il pari arrivò dopo appena un minuto per opera Andrea Telesio, diventando capocannoniere del girone con quindici reti. Nella ripresa al 50’ ancora la Pistoiese passa in vantaggio sempre con Pinelli. Alla Pistoiese, le sarebbe bastato un punto per essere promossa, ma lo Spezia riuscì a pervenire al pareggio grazie ad un gran gol di Sergio Ferretti al 60’. Le due reti portarono al pareggio lo Spezia che gli permise di lasciare invariato il punto di vantaggio sui toscani che gli consentì di salire in C1. I ragazzi di Sergio Carpanesi avevano raggiunto una promozione storica per il club dell’aquila.

In un’altra intervista di Sergio Ferretti, concessa al giornalista Fabio Bernardini di “QUOTIDIANO SPORTIVO”, riprende i ricordi di un’un’altra giornata memorabile giocata allo stadio “Alberto Picco” il 22 febbraio 1987 in un derby avvincente tra Spezia e Carrarese: si giocava per la salvezza per entrambe le squadre. Vinsero i bianchi per 2 a 0, grazie alle reti di Ferretti e dell’attuale CT della Nazionale italiana Luciano Spalletti. Sergio Ferretti racconta il suo gol che portò in vantaggio la squadra in modo rocambolesco, poi nella ripresa Spalletti segnò la rete del 2 a 0. “Vincemmo per 2-0 fu una soddisfazione incredibile, sia personale che di squadra -racconta Ferretti- giocammo in un campo terribile perché durante la settimana aveva piovuto ininterrottamente, trasformando il terreno di gioco in una fanghiglia. Ricordo che Borgo al 40’-postilla ancora “il poeta”- mi passò la palla in verticale che rimase impantanata nel fango, io la sollevai con il piede destro e di sinistro, al volo, siglai la rete del vantaggio iniziale. Nella ripresa al 75’ Spalletti segnò la seconda rete”. Un successo che si rivelò alla fine fondamentale nella corsa alla salvezza dello Spezia, condannando alla retrocessione proprio la Carrarese.

Il cammino calcistico di Sergio Ferretti a livelli professionistici inizia a Varese in Serie A. Parte dalle giovanili del Varese, con il ventenne Giuseppe Marotta, responsabile del settore giovanile del Varese, oggi presidente dell’Inter. Ferretti dimostra qualità in campo, e l’11/05/1975 fa il suo debutto in Serie A alla XIX giornata in L.R. Vicenza – Varese 1-1. Rimane per Ferretti l’unica presenza in quel campionato di Serie A che proprio bene non andò per il club biancorosso in quanto si classificò al sedicesimo posto, e fu retrocesso in Serie B. Il capocannoniere della squadra fu Giannantonio Sperotto con cinque reti. Nell’organico del Varese giocava Giampiero Marini che l’anno successivo va all’Inter dove disputa ben undici campionati con la squadra neroazzurra, collezionando 375 presenze e tredici reti, vincendo uno scudetto e due Coppa Italia. Nella “rosa” c’era il centrocampista Walter De Vecchi che era arrivato in prestito dal Milan l’anno precedente con una gara disputata in Serie A. Finito il prestito con il Varese, ritorna al Milan, e a campionato iniziato va al Monza, sempre in prestito, per far ritorno alla base rossonera nel 1978 e vi rimane fino al 1981, giocando centodue partite con nove gol realizzati. La sua stagione con il Milan fu interrotta a causa del calcio scommesse. Vinse lo scudetto con il Milan nel 1979. Fu soprannominato “l’avvocato del Diavolo” perché era studente in legge quando militava con il Milan.

Nel campionato 1975-76 il promettente attaccante del Varese va in prestito alla FC Milanese in Serie D Gir. B. Realizza sette reti con trentaquattro presenze, e la squadra di San Donato Milanese conclude il campionato al dodicesimo posto con trentatré punti. Dieci gol li realizzò Norbiato che risultò il capocannoniere della squadra. Con Ferretti giocò anche Luciano Favero, che qualche anno più tardi va alla Juventus, dal 1984 al 1989 dove vinse praticamente tutto quello che un giocatore appartenente ad un club di calcio a livello mondiale potesse vincere. L’anno successivo Ferretti fu dirottato in prestito al Messina in Serie C. Alla fine del campionato disputò 27 presenze e mise a segno quattro gol. Nella squadra peloritana ritrova Luciano Favero. Nel campionato 1977-78 ritorna a Varese in Serie B dove gioca due anni consecutivi. Il primo anno solo una presenza, mentre il secondo su ventiquattro presenze non realizza nessuna rete. Sergio Ferretti nel novembre dell’80’ arriva a Marsala da Lecce che giocava in Serie B, dove aveva avuto un paio di mesi non buoni ma con un allenatore che non andava d'accordo. Ferretti con il club pugliese non gioca nessuna gara in campionato, ma soltanto uno spezzone di partita in Coppa Italia con il Perugia (1 a 1). Il rapporto non proprio idilliaco fra giocatore e allenatore porta la società giallorossa a cedere il giocatore a novembre al club lilibetano.

A Marsala debuttò subito nella gara contro il Messina. Il derby fu vinto dal Marsala per due a uno con un gol di Trotta e gol di Sergio Ferretti, il gol della vittoria. Per il Messina segnò Montenegro.

Nel Marsala giocò con Gaspare Umile, che è stato forse uno dei più grandi giocatori marsalesi di ogni tempo, sicuramente un grande.

A Marsala Ferretti trovò un'ottima squadra, infatti, era tra le prime in classifica, e disputò un ottimo campionato, giocando anche un buon calcio, con giocatori molto validi per la categoria. Alla fine, la società azzurra non fu promossa, arrivò al quarto posto, non per demeriti propri, ma per alcune circostanze sfavorevoli in alcune trasferte, che poco avevano a che fare con lo sport, nella parte finale del campionato. La squadra era composta da ottimi giocatori, oltre a Ferretti c'era anche Ottavio Moscatiello, Carmelo Castorina, Andrea Chini, Pietro Segesta, Franco Marescalco, che poi fu il cannoniere della squadra con 18 reti, ottimi giocatori per la categoria.

Poi la richiesta del Siracusa per avere il forte centrocampista per la cifra immensa, a quei tempi, di circa 120 milioni di lire. I tifosi del Marsala non volevano la sua cessione poiché preferivano che continuasse a giocare per il Marsala, ma esistevano problemi economici in società, come in molte società di allora, e da un punto fermo di trattenere Ferretti si arrivò alla cessione agli aretusei.

La grossa cifra che il Siracusa pagò per avere Sergio Ferretti doveva servire al presidente On. Gino Foti, che subentrò a Pippo Imbesi, come punto di partenza per conquistare la Serie C1. Si riconferma il D.S. Giusto Lodi per costruire una squadra vincente. Per l’allenatore si cerca di far ritornare a Siracusa Carlo Facchin, ma il tecnico veneto chiede una cifra alta, e la società cambia direzione scegliendo l’emergente Mario Trebbi, ma non fu una scelta felice perché alla fine non riuscì a legare con i giocatori, e la squadra fu affidata a Paolo Lombardo.

Il D.S. Giusto Lodi inizia a formare una “rosa” competitiva, e da Milano, dove si svolgeva il calcio mercato, arrivano la punta Castaldo dal Monopoli, i portieri Moro e Pellini, i centrocampisti Zizzariello ed Esposito dell’Avellino, Ferretti dal Marsala, Agosti dall’Akragas, e il ritorno di Maurizio Santuccio dal Messina. A novembre viene ceduto Telesio al Barletta in cambio di Prima. Molti sono gli arrivi che avrebbero dovuto innalzare il tasso tecnico della squadra. Per il nuovo campionato si parte in modo risoluto per cercare di compiere l’impresa per arrivare al salto di categoria. Il nuovo Siracusa sembra che stia nascendo sotto i buoni auspici visto che in porta gioca Moro, terzo portiere del Torino, poi in difesa Tavarelli dal Montecatini, una giovane promessa, a centrocampo Trotta, Agosti, e in cabina di regia Sergio Ferretti, un vero talento calcistico che sembra sprecato per la C2. In avanti la coppia Prima-Piccinetti che possono garantire entrambi 30 gol a campionato.

Il Siracusa disputa un buon campionato, ma Messina ed Akragas riescono a prendere il largo dall’inizio, e alla fine ottengono la promozione in C1, classificandosi al primo e secondo posto, mentre il Siracusa arriva al terzo posto a soli tre punti della squadra agrigentina. Il capocannoniere della squadra azzurra è Marcello Prima con quattordici reti. Delusione da parte dei tifosi azzurri e del presidente Foti che non demorde, infatti, ci prova l’anno successivo. L’impegno di Ferretti non basta durante il campionato nonostante gli otto gol messi a segno con trentadue presenze. Nel campionato 1983-84 il monito del presidente Gino Foti al D.S. Lodi è “Fare un’ottima squadra per vincere il campionato”. Per il tecnico il D.S. Lodi si affida a Mario Zurlini, che l’anno precedente ha allenato la Grumese, un tecnico che conosce la categoria come pochi. Arrivano il difensore Marletta dal Francavilla, il centrocampista Francioni e Pesacane dalla Grumese per volontà del tecnico. Marsili e l’attaccante Pitino dallo Spezia. Durante il campionato le cose non vanno come la società azzurra aveva programmato e sperato, infatti, la squadra con risultati altalenanti arriva al quinto posto. Vanno in Serie C1 Reggina e Nocerina. Ferretti disputa un campionato non proprio esaltante proprio come la squadra, e con 23 presenze realizza soltanto quattro reti.

Sergio Ferretti nel suo girovagare per l’Italia ha vinto tre campionati, uno con il Prato 1984-85, con lo Spezia 1985-86, e l’ultimo con Alessandria nel 1988-89. Dopo due anni al Siracusa Ferretti va a Prato nel 1984-85 in Serie C2, e dopo un campionato entusiasmante, si aggiudica la Serie C1 dopo aver vinto lo spareggio disputato a Modena contro l’Alessandria per 3 a 2. L’anno successivo arriva allo Spezia dove gioca per tre anni consecutivi. Al primo anno centra la promozione in Serie C1. Nel campionato 1988-89 Ferretti vince il campionato di C2 con l’Alessandria, arrivando in classifica al secondo posto con quarantasette punti, insieme il Casale che si classifica al primo posto ad un solo punto di distacco.

Inizia per l’Alessandria il campionato 1988-89 in Serie C2 ed il presidente Gino Amisano incarica il tecnico Renzo Melani di formare un forte organico per vincere il campionato. Arrivano giocatori buoni anche se la tecnica ed il gioco non sempre sono eccellenti, ma i risultati arrivano, e portano la squadra nei quartieri alti della classifica. Il tecnico Melani, che conosce la categoria, si circonda di giocatori d’esperienza. Lazzarini tra i pali, Guerra, Manetta e Brilli in difesa, sulla linea del centrocampo giocano Carrara, Briata e Sergio Ferretti ed in avanti il trio Montrone, Casale e Tortora. Alla fine del campionato il traguardo è raggiunto, con trentadue gol all’attivo e dodici i gol subiti (Museogrigio.it).

Il “poeta” chiude la sua carriera tra i professionisti a Cuneo nel campionato 1990-91. L’anno precedente aveva giocato con il Rimini in C2 ed aveva collezionato ventotto presenze e nove gol. Nel 1991-92 va nel Nizza Millefonti nell’Interregionale realizzando ventidue presenze con un gol all’attivo, per poi appendere letteralmente le scarpe al chiodo.

Sezione: In Copertina / Data: Sab 28 dicembre 2024 alle 10:15 / Fonte: A cura di Pippo Franzò
Autore: Alessandra Galbussera
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