Sono da poco terminate le riprese di “Marta vuole giocare”, cortometraggio d’autore che affronta il tema degli stereotipi e delle disparità di genere attraverso la storia di Marta, una bambina di 12 anni che ha un solo, grande sogno, nel cassetto: giocare a calcio nella squadra femminile della sua città.
Scritto e diretto dal regista leccese Matteo Quarta di Halibut Film, il cast ha visto la partecipazione di Lucia Lorè (DOC nelle tue mani, Don Matteo, Blanca, Che Dio ci aiuti) nei panni della madre Rosa e la straordinaria partecipazione di Fortunato Cerlino (Gomorra, I Medici, Britannia, The Palace) nel ruolo di Antonio, il papà. Marta, la protagonista, è interpretata dalla giovanissima e talentuosa Giulia Coppola, per la prima volta sullo schermo.
Il corto è una produzione CMA Creative Management Association, Halibut Film e Movi Production, che ha curato la produzione esecutiva insieme a CMA, e punterà a coinvolgere le principali istituzioni legate allo sport, al sociale e alla parità di genere, con cui agevolare una profonda circuitazione festivaliera nazionale e internazionale. Partner comunicativo del corto è BerylliumGroup, di cui Halibut Film fa parte.
Fortunato Cerlino, che ha interpretato il ruolo di Antonio, papà di Marta spiega perché ha aderito al progetto:
“Ho deciso di partecipare a questo progetto perché, fin dalla prima lettura della sceneggiatura, sono rimasto colpito dalla sua delicatezza e dalla capacità con cui riesce, con semplicità, a raccontare una forma di maschilismo sottile ma profondamente radicata nella nostra società.
Essendo padre di due bambine, mi sono immedesimato subito nel rapporto tra Antonio – il mio personaggio – e sua figlia Marta. Ho amato il modo in cui questa storia affronta il loro legame, e credo che offra a tutti noi, e a chi la vedrà, un messaggio di speranza”.
Il regista Matteo Quarta, docente di tecniche documentarie presso l'Accademia AANT di Roma, dichiara:
"La decisione di raccontare una storia sul rapporto tra donne e calcio, a parte gli spunti biografici emersi durante la fase di ricerca, rappresenta l'auspicio che attraverso il calcio femminile si arrivi presto ad affrontare in modo diretto il tema degli stereotipi e delle disparità di genere, del ruolo subalterno della donna nel mondo del lavoro e della mancanza di giustizia sociale, rendendolo così il centro pulsante di una necessaria rivoluzione culturale".
Sinossi: Marta è una ragazzina con un sogno nel cassetto: diventare una calciatrice e ricalcare le orme del suo mito, Barbara Bonansea, attaccante della Nazionale italiana. Per raggiungere il suo obiettivo dovrà però combattere contro un ambiente sociale ostile, permeato da un machismo imperante che si concentra nello stereotipo “il calcio non è uno sport per femmine”.
Le riprese sono avvenute tra Roma e provincia (Monterotondo e Mentana) con la collaborazione dell’Istituto Comprensivo eSpazia e della Scuola Calcio Femminile del Monterodondo 1935 ed altre Associazioni del territorio.
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