L'ex arbitro di Serie A, Tiziano Pieri, ha sollevato importanti riflessioni sulle attuali limitazioni del protocollo VAR, prendendo spunto dall'episodio controverso di Inter-Fiorentina, dove un calcio d'angolo inesistente ha portato a un autogol.

"Ogni pallone che esce dal perimetro del campo può potenzialmente svelare una falla del protocollo Var, se non visto", ha spiegato Pieri, sottolineando come La Penna sia stato "doppiamente sfortunato" nell'occasione. L'ex fischietto ha evidenziato come il protocollo, pur presentando diverse criticità, sia stato applicato correttamente in quell'occasione, anche se "il buon senso poteva suggerire alla sala Var di richiamare l'attenzione del guardalinee", pur rappresentando "uno strappo alla procedura".

Un'altra importante lacuna identificata da Pieri riguarda le seconde ammonizioni. A differenza dei cartellini rossi diretti, il VAR non può intervenire per correggere eventuali errori in questi casi. L'ex arbitro ha citato come esempio l'espulsione di Tomori in Empoli-Milan, dove il difensore ha ricevuto il secondo giallo per un fallo su Colombo in possibile fuorigioco.

Per superare queste limitazioni, Pieri ha delineato tre possibili soluzioni: una modifica del protocollo, che però rischierebbe di frammentare eccessivamente il gioco; l'introduzione della moviola in campo, opzione poco gradita agli arbitri; o l'implementazione del VAR "a chiamata", che permetterebbe a capitano o allenatore di richiedere una revisione per tempo.

Quest'ultima proposta, attualmente al vaglio dell'Ifab, ha già ricevuto il sostegno del presidente dell'AIA Antonio Zappi, che l'ha definita "un criterio di giustizia sostanziale". Di diverso avviso il designatore Gianluca Rocchi, che teme un effetto "deresponsabilizzante" sugli addetti al VAR.

Sezione: Attualità / Data: Mer 12 febbraio 2025 alle 09:15
Autore: Ermanno Marino
vedi letture
Print