Dopo l'esclusione dell'Albenga dal girone A di Serie D, il presidente della Sanremese, Alessandro Masu, ha colto l'occasione per analizzare con franchezza la situazione della propria società, evidenziando le criticità che affliggono il calcio dilettantistico di alto livello in una lunga intervista concessa a Svsport.it.

"Non credo di essere stato un mago o un veggente quando ho fatto determinate dichiarazioni", afferma Masu riferendosi alla situazione dell'Albenga. "Nel calcio esistono due tipi di società: quelle gestite da persone con tornaconti non troppo trasparenti oppure con a capo imprenditori più o meno bravi ma comunque riconoscibili. Sta a loro, ogni anno, spendere circa un milione di euro per mantenere la propria squadra, a patto però che sia tutto alla luce del sole e con contratti pienamente regolari. Quando sento club parlare di budget decisamente inferiori, qualche dubbio effettivamente mi sorge..."

Il presidente matuziano pone l'accento sulle problematiche strutturali che limitano le possibilità di generare introiti: "A Sanremo c'è il sole, il Festival, il mare, ma anche strutture sportive obsolete e inadeguate. A Pian di Poma siamo costretti a elemosinare gli spogliatoi al rugby o al baseball da anni per il nostro settore giovanile". La situazione è talmente critica che, dopo la rottura della caldaia, "siamo costretti a far cambiare i bambini in macchina e magari fargli fare i propri bisogni dietro qualche albero, dato che non c'è nemmeno un bagno chimico".

Riguardo ai progetti infrastrutturali, Masu chiarisce che l'idea dell'Arena Sanremo non è stata abbandonata, ma ridimensionata: "Presto presenteremo un progetto di ristrutturazione del Comunale, di portata però minore, seguendo le indicazioni degli uffici competenti, con tanto di parcheggi sottostanti all'impianto e minimi spazi commerciali".

Sulla situazione debitoria della Sanremese, il presidente fornisce numeri precisi: "Il debito totale ammonta a circa 700.000 euro, di cui 500.000 già rateizzati", specificando che gran parte di questo debito deriva da situazioni pregresse e vincoli strutturali. "Nel bilancio del 30 giugno 2021 abbiamo ereditato passività per 240.000 euro, più 10.000 di sanzioni, dalla precedente gestione Del Gratta. Altri 250.000 euro vanno aggiunti per le spese progettuali relative all'Arena Sanremo e a Pian di Poma, senza dimenticare gli 80.000 euro di utenze, non pagate al Comune dalla precedente dirigenza".

Masu sottolinea come la mancata gestione diretta degli impianti sportivi abbia un impatto economico significativo: "Non abbiamo mai potuto gestire l'impianto di Pian di Poma con bar ristorante per poter organizzare tornei e manifestazioni che porterebbero nelle casse della società almeno 200.000 euro l'anno. Fate voi i conti e moltiplicate per quattro anni e, caso strano, il debito societario si azzererebbe!".

Nonostante le difficoltà, il presidente conferma il suo impegno: "Di certo non la farò fallire e non la lascerò in mano a dei banditi. Non lo faccio per due motivi: in primis, mi reputo una persona seria, e inoltre abito a Sanremo con la mia famiglia, che crede nel mio progetto sociale e sportivo".

Infine, sulla questione dello stadio Sclavi, Masu spiega che le difficoltà derivano dalla posizione del Taggia: "Il Taggia non vorrebbe partecipare al bando, visto l'impegno economico sproporzionato alla durata della gestione, diventata ridotta dai vari ricorsi promossi dalla società Argentina, e senza di loro, noi non possiamo andare avanti, essendo stata costituita un'ATI tra la Sanremese e il Taggia Calcio".

Sezione: Serie D / Data: Ven 21 febbraio 2025 alle 17:30
Autore: Alessandra Galbussera
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