“Tosatti ha aiutato il giornalismo italiano a vivere una dimensione unitaria intorno ai caratteri di una professione fatta per informare correttamente i cittadini e a rendere loro il diritto ad essere informati. Ha saputo intuire le grandi trasformazioni dello sport, dandone un’immagine completa, intuendone le trasformazioni quando, da un’attività catalizzatrice di passioni, si stava trasformando in un fenomeno economico e di puro spettacolo”: con queste parole Franco Siddi, Segretario generale della FNSI, ha introdotto l’incontro commemorativo organizzato dal Presidente dell’USSI Luigi Ferrajolo a cinque anni dalla scomparsa di Giorgio Tosatti, figura di primaria importanza del giornalismo sportivo.
Numerose le presenze in sala: il Presidente Giancarlo Abete e il Direttore Generale Antonello Valentini in rappresentanza della Federcalcio, il Membro CIO Franco Carraro, il Direttore del Corriere dello Sport Alessandro Vocalelli, il Vice-direttore di RAI Sport Jacopo Volpi, Daniele Dallera, Caporedattore dello Sport del Corriere della Sera, e il Campione del Mondo 1982 Dino Zoff, solo per citarne alcuni, ciascuno a tratteggiare il ricordo personale di un uomo capace di segnare con la propria competenza, e una sensibilità talvolta spigolosa, il percorso professionale di un’intera generazione di giornalisti e dirigenti sportivi.
“Sono sempre stato un appassionato di politica sportiva, sia sul piano dell’approfondimento che dell’attenzione ai percorsi e ai profili di marcia – ha detto Giancarlo Abete - e sotto questo aspetto Tosatti è stato unico: avevi la percezione di interagire con una persona professionalmente preparata e sempre in grado di interpretare gli scenari, con le sue posizioni, ma sempre con un grandissimo rispetto per la realtà oggettiva dei fatti che in qualche modo ti consentiva di interpretare”. “Con Tosatti si stabilì subito un rapporto di amicizia vera e faticosa capace di dare consigli giusti, spassionati - ha ricordato Antonello Valentini, ripercorrendo la sua esperienza di Capo Ufficio stampa della FIGC – Mi piace pensarlo come un Nero Wolfe dei tempi moderni che aveva il gusto di governare le situazioni dal suo studio. Per lui la caccia alla notizia era un punto di orgoglio, aveva il gusto di dare conto ai lettore della quotidianità di un fatto, dettagli che ne hanno fatto un maestro del giornalismo”.
Tosatti ha lasciato un’eredità pesante perché ha saputo interpretare il proprio ruolo di cronista in maniera totale, come testimone delle vicende sportive, ma anche come direttore capace di gestire la comunicazione dei fatti in maniera attenta e lungimirante. Storica è rimasta l’edizione del Corriere dello Sport pubblicata il 12 luglio 1982 nelle ore immediatamente successive alla vittoria dell’Italia nel Mondiale 1982, che valse alla testata romana il record imbattuto di oltre 1.700.000 copie vendute. “Giorgio ha ottenuto dei risultati straordinari sotto il profilo professionale perché aveva una caratteristica molto peculiare, era un grande appassionato di sport, un uomo curioso che sapeva guardare il mondo a 360° – ha sottolineato Franco Carraro, ripercorrendo i suoi anni alla presidenza del CONI – e sarebbe utile che tanti giovani che aspirano a fare i giornalisti seguano il suo esempio: non si può fare il giornalista sportivo se non si conosce la storia dello sport, se non ci si sa documentare”.
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