Non solo sport. Anzi. Si può riassume così il ‘valore’ e l’importanza del campionato nazionale di Serie D per Agnone e il suo circondario. Il fenomeno ludico, per gli esigui numeri di una paese di cinquemila abitanti, non è tutto se si analizza cosa ‘muove’ nella realtà di tutti i giorni la squadra di calcio che milita in un campionato nazionale.Oltre al fatturato proprio, la Polisportiva Olimpia Agnonese rappresenta il ‘volano’ di altri comparti, per un giro d’affari stimato per difetto in 1 mln di euro ed oltre 50 addetti locali nelle attività dirette e dell’indotto (ristoranti, attività ricettive, calciatori, dipendenti delle scuole). A livello economico il club granata è la prima onlus del Molise, tra le prime aziende di Agnone. Senza dimenticare che gli istituti superiori, ad esempio, in assenza 25 atleti delle varie squadre, soprattutto le giovanili, subirebbero un crollo verticale di classi rischiando di scomparire. Non è azzardato dire che il calcio è uno degli asset economici più importanti per un paese e un territorio stremati dalla crisi e dalla perdita di posti di lavoro (sanità in testa). Ma lo sport è portatore anche di valori educativi e immateriali: si pensi all’utilità come veicolo per la diffusione della cultura del wellness e della salute per gli oltre 130 iscritti alla scuola calcio ed al senso di comunità diffuso tra chi vive nei centri limitrofi, anche dell’Abruzzo, interessati all’Olimpia Agnonese come semplici spettatori o perché hanno con figli e parenti impegnati nelle attività. Lo stadio di Agnone è l’unico del girone, uno dei primi in Italia, senza barriere. Dove non sono riuscite le recinzioni e il filo spinato, lo spazio aperto ha ‘disarmato’ le più facinorose tifoserie. Intere famiglie sono coinvolte nell’appuntamento domenicale di un campionato nazionale che, da dieci anni consecutivi (record per una squadra di calcio del Molise) diventa intrattenimento e festa dello sport. Di Agnone si parla sui giornali e sulle Tv (private e Rai) di Molise, Abruzzo, Marche ed Emilia Romagna, sui siti e sugli annuari specializzati. Una promozione capillare, invasiva e martellante: l’unica di cui il territorio abbia mai usufruito, ed a costo zero. Il calcio è un patrimonio collettivo di grande pregio e utilità. La comunità intera, non solo la dirigenza, assieme alle amministrazioni dei vari livelli (Comune e Regione) devono difendere il club in serie D ad ogni costo, perché la sua attività supplisce a mancate politiche pubbliche nel campo economico, sociale e promozionale.
Autore: Ermanno Marino
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