Il Padova espugna Trieste in un clima di grande entusiasmo, come sottolineato dallo stesso allenatore biancoscudato Matteo Andreoletti al termine della partita.
Nonostante la vittoria importantissima, il tecnico ha voluto mantenere alta la concentrazione, ricordando che la strada verso la promozione è ancora lunga e insidiosa, con centottanta minuti di gioco che separano la squadra dal coronamento di un sogno inseguito per dieci mesi.
«Oggi il Padova ha giocato in casa, in un’atmosfera bellissima», ha esordito Andreoletti, rimarcando il calore e il sostegno del pubblico presente al Rocco, che ha fatto sentire la squadra come se stesse giocando tra le mura amiche. «Abbiamo vinto una partita importantissima, ma purtroppo non è ancora finita.
E mancano 180 minuti alla fine, per cui per regalare quel sogno che stiamo inseguendo da dieci mesi. Non vogliamo inciampare, stare davanti è motivo di grande soddisfazione. Stare dietro è un po’ più semplice. È una bella vittoria in un bellissimo stadio. Festeggiare con il pubblico è stato gratificante, ma non abbiamo ancora fatto nulla. Esultiamo con moderazione, c’è da restare sul pezzo nelle ultime partite».
Le parole del tecnico trasudano gioia per il successo ottenuto, ma anche una grande consapevolezza della necessità di mantenere la concentrazione e di non dare nulla per scontato in questo finale di stagione. Essere in testa alla classifica è motivo di orgoglio, ma comporta anche una maggiore pressione e la responsabilità di non vanificare quanto di buono fatto finora.
Andreoletti, da poco sulla panchina del Padova, ha voluto sottolineare la solidità della squadra, al di là dei risultati recenti: «Io sono da poco a Padova. Non eravamo stronzi due settimane fa, non siamo fenomeni ora. Onoriam sempre la maglia, ma non esultiamo prima del tempo. Mancano due partite complicate, siamo padroni del nostro destino. Abbiamo fatto una prestazione straordinaria. Manteniamo equilibrio, mancano ancora 180′ alla fine del campionato».
Il tecnico ha invitato a mantenere un profilo basso e a non lasciarsi esaltare troppo da questa vittoria, ricordando che il campionato non è ancora finito e che le prossime due partite saranno tutt'altro che semplici. Tuttavia, ha anche espresso la sua fiducia nella squadra, sottolineando la prestazione "straordinaria" offerta a Trieste e il fatto che il Padova abbia il proprio destino nelle proprie mani.
Un elogio particolare è stato riservato al giovane portiere Fortin: «Fortin? Abbiamo in porta un ragazzo del 2003 di un’altra categoria. Oggi è uscito tantissime volte, i giudizi non possono cambiare per una presunta non uscita». Andreoletti ha difeso il suo estremo difensore, sottolineando le sue qualità e respingendo eventuali critiche.
Analizzando l'aspetto tattico della partita, l'allenatore ha spiegato la scelta di un atteggiamento più difensivo: «Oggi ci siamo abbassati per la forza dell’avversario. La Triestina non ha nulla di meno rispetto al Vicenza. In questo momento conta il risultato e se c’è da difendersi lo si deve fare. Punto e basta. L’obiettivo era vincere». Andreoletti ha riconosciuto la forza della Triestina, paragonandola al Vicenza, e ha ammesso che in questa fase del campionato l'aspetto più importante è portare a casa il risultato, anche a costo di adottare un gioco più prudente.
Infine, un accenno alla classifica e alle ripercussioni della vittoria del Padova in concomitanza con la sconfitta del Vicenza: «Non ho mai chiesto il risultato del Vicenza, poi questa vittoria – in abbinata alla loro sconfitta – fa grande piacere, indubbio. In questo momento con 3 centrocampisti abbiamo più sostanza e qualcuno da mezz’ala si trova meglio. Questa squadra era stata costruita per il 3-5-2 di Torrente, ma l’importante è essere poco prevedibili».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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