A mettere nei guai Angelo D'Agostino, patron dell'Avellino ed imprenditore irpino, sarebbe un software per la gestione aziendale. Dopo una inchiesta delle Fiamme Gialle, con l'aiuto dell'Agenzia delle Entrate fondamentale per la triangolazione dei dati tributari, la Procura di Avellino ha effettuato un sequestro preventivo di 1.7 milioni di euro a D'Agostino in quanto "amministratore di fatto" dell'impresa edile "Angelo Antonio D’Agostino costruzioni generali srl".

Indagati anche Antonella Gensale, moglie di D'Agostino, e Angelo Panza, uno dei dirigenti del gruppo. La Finanza ha constatato costi di produzione indebiti (non documentati, non registrati e non pagati) e costi non attinenti. Il reato contestato ai tre è quello di indebita compensazione di imposte di credito esistenti. Un reato passibile di reclusione da sei mesi a due anni.

Questa di seguito la nota stampa diffusa dalla Guardia di Finanza di Avellino

Nella giornata odierna, al termine di un’articolata attività d’indagine delegata e coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Avellino fino alla concorrenza della somma pari ad € 1.741.399,74, nei confronti di una società della provincia di Avellino, operante nel settore delle costruzioni, e dei tre relativi amministratori, di fatto e di diritto, sottoposti ad indagini per il reato di indebita compensazione di imposte.

Le investigazioni, scaturite da una segnalazione della locale Agenzia delle Entrate e svolte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino, hanno fatto emergere, allo stato delle indagini preliminari, un complesso meccanismo di frode finalizzato alla compensazione di debiti tributari con crediti d’imposta inesistenti derivanti da "Progetto di ricerca e sviluppo".

Il corredo indiziario risulta costituito dal parere del MISE, che ha rilevato l’assenza del requisito di innovazione richiesto dalla normativa per accedere anche ai benefici tributari previsti nonché dagli esiti dell’esame della documentazione acquisita nei confronti dei soggetti indagati, che hanno permesso di constatare, allo stato del procedimento, che la società investigata ha posto quale base di costo per il progetto di ricerca e sviluppo per la produzione di un software gestionale di cantiere, costi indebiti (non documentati, non registrati e non pagati) e costi non attinenti.

Tale credito è stato poi fraudolentemente riportato nella dichiarazione Modello IVA degli anni d’imposta dal 2017 al 2020, al fine di poter procedere, con il suo utilizzo, all’illecita riduzione dei debiti tributari dovuti all’Erario.

Le indagini in questione si inseriscono in un più ampio contesto investigativo volto al monitoraggio delle compensazioni di crediti nei confronti di numerose società operanti in diversi settori economici della provincia di Avellino e si avvalgono della proficua collaborazione dell’Agenzia delle Entrate, grazie alla sottoscrizione di uno specifico protocollo d’intesa stipulato tra il predetto ente, la Procura della Repubblica di Avellino ed il Comando Provinciale Guardia di Finanza di Avellino.

Sezione: Serie C / Data: Sab 05 novembre 2022 alle 12:45
Autore: Ermanno Marino
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