Il Siracusa dopo quasi due anni perde l’imbattibilità casalinga per opera del Sambiase che, dopo un primo tempo incerto e titubante, nella ripresa è riuscito ad impigliare il gioco del Siracusa che aveva a gente come Palermo, Di Grazia fuori condizione. La sostituzione di Racine Ba, perché non aveva tutti e novanta minuti sulle gambe, ha modificato l’assetto tattico del centrocampo, dando spazio agli avversari con gioco veloce ed in verticale, a cercare le prime punte.
«Il Sambiase come avete visto bene è una squadra che gioca molto in verticale, una squadra che predilige e cerca le punte direttamente - inizia a raccontare Turati - Hanno degli attaccanti molto strutturati, a cui piace fare i duelli. Nel secondo tempo, purtroppo, per sei/otto minuti sono riusciti ad impensierirci con questi palloni lunghi e da lì sono scaturiti appunto due, tre angoli di fila, e purtroppo su uno di questi poi si è indirizzato alla partita. Sicuramente dovevamo fare meglio, poi abbiamo preso il due a uno dopo penso neanche un minuto; pertanto, il contraccolpo penso che sia stato forte per i miei ragazzi perché fino ad oggi non avevamo mai subito gol in casa. Poi dopo la rete del due a uno penso che ci siamo rimessi in carreggiata, ma siamo stati un po’ troppo confusionari. È vero che per necessità abbiamo dovuto spostare a gente in ruoli che solitamente non sono abituati a fare, ma dovevamo essere molto più lucidi, giocare molto di più».
«Noi siamo una squadra che, come avete visto sin dall'inizio, se vuole giocare a calcio diventa una squadra importante – prosegue il tecnico azzurro - Quando invece ci adeguiamo al ritmo della partita, possiamo rischiare molto e creare meno di quello che solitamente creiamo. Racine Ba è stato schierato dall'inizio per necessità, e poi è con noi da pochissimo tempo. Quindi ha bisogno di lavorare e di vivere con la squadra. Devo dire che per i cinquantadue minuti che è stato in campo ha giocato bene. Si è visto chiaramente che non aveva il ritmo partita nelle le gambe. Ha anche subito un'ammonizione a fine primo tempo, e per il tipo di calciatore che è lui molto aggressivo ha rischiato un paio di volte. In alcune fasi del gioco è stato poco lucido ed avevo paura che ci potesse lasciare con un uomo in meno».
Forse serviva maggiore umiltà?
«Per quando riguarda l'umiltà non sono molto d'accordo, perché la mia squadra sa le difficoltà di questo campionato, e sa le difficoltà che ci sono con gli avversari, e sa quando si deve tappare le orecchie. Perché è dall'inizio che ci sentiamo ripetere che dobbiamo vincere facile. Non è così. Sappiamo benissimo cosa ci aspetta e quindi la mia squadra da questo punto di vista devo dire che ha sempre lavorato bene e io lo so perché sono quotidianamente con loro. Comunque ci sono delle piccolezze che quando si vanno a toccare negli ingranaggi possono dare fastidio e noi dobbiamo essere svegli, pronti, rapidi a mettere a posto le cose. E oggi ci è mancato qualcosina nel secondo tempo in quei quindici minuti, e purtroppo l’abbiamo pagata a caro prezzo. Sono straconvinto che ripartiremo forte, ma ci vuole un'attenzione particolare e chiaramente spingere sempre. Io parto dal presupposto che da ex difensore penso sempre negativo.
A ogni difensore insegnano da piccolino a essere negativi in modo che non si tralascia niente durante la gara, e quindi sapevo che incontravamo difficoltà su palloni alti. Sapevo che sulle palle inattive loro potevano essere pericolosi perché hanno una struttura chiaramente diversa dalla nostra. Certo, quella della traversa è stata una punizione diretta, quindi non rientra nel discorso del gioco, è un'altra cosa. Per quanto riguarda invece cambi e le sostituzioni, sapevo anche com'è che stavano i miei ragazzi. Sapevo che Marco Palermo stava male, non è che potevo fare cambi, per ritrovarmi prima e poi con a dieci/nove uomini verso la fine, pertanto, ho dovuto gestire tutto. Questo perché sapevo che Di Grazia non era al 100%, sapevo che anche Marco Palermo non era al 100%, però erano calciatori che dovevano giocare perché in quella zona di campo servivano. Poi è chiaro che a dieci minuti dalla fine si tenta il tutto per tutto. Abbiamo messo tutti gli attaccanti in campo, e abbiamo avuto anche l'opportunità per pareggiarla, con una grossa occasione. Purtroppo, è andata così, ripartiamo comunque».
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