L'ex portiere Angelo Pagotto, oggi preparatore dei portieri delle giovanili del Prato, è tornato sotto i riflettori dopo una toccante intervista al Corriere della Sera che ha attirato anche l'attenzione de "Le Iene", che sabato 18 hanno raggiunto lo stadio Lungobisenzio per intervistarlo.

Pagotto ha ripercorso la sua carriera, dalle stelle alle stalle: da promessa del calcio italiano, vincitore dell'Europeo Under-21 nel 1995/96 insieme a futuri campioni come Buffon, Totti, Nesta, Panucci e Cannavaro (che ancora oggi lo chiama "Big Jim" per la sua caratteristica pettinatura), fino al drammatico declino segnato dalla dipendenza dalla cocaina.

Il momento cruciale della sua parabola fu il passaggio al Milan nel 1996, un'opportunità che si rivelò prematura: "Ma in quel momento per me era troppo. Per crescere sarei dovuto restare alla Sampdoria, fu un errore del mio procuratore", ha confessato nell'intervista. Lo spogliatoio rossonero si rivelò un ambiente ostico, dominato da "Baresi e i vecchi italiani", che imponevano le loro regole sia in campo che fuori.

La spirale discendente lo portò a uno stile di vita dissoluto: "Ho guadagnato 350 milioni di lire, ancora oggi non so dove li ho spesi", ha ammesso, ricordando le spese folli in Via Montenapoleone tra Versace e Armani, arrivando a sperperare 40 milioni al mese.

Il punto più basso arrivò nel 2007 con la squalifica di 8 anni per uso di cocaina: "Per me era un'evasione, soprattutto quando non avevo obiettivi. Ho conosciuto tante brutte persone a cui non ho saputo dire di no". La dipendenza durò tre anni, accompagnata da una profonda depressione: "Per sei mesi non mi sono alzato dal divano, prendo ancora gli psicofarmaci. Ho provato a smettere diverse volte, non ci sono mai riuscito".

Oggi Pagotto vive nelle colline fiorentine con la sua terza moglie e ha trovato una nuova dimensione nel ruolo di preparatore dei portieri al Prato, cercando di trasmettere la sua esperienza alle giovani generazioni.

Sezione: Attualità / Data: Mar 21 gennaio 2025 alle 07:45
Autore: Elena Carzaniga
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