È morto all'età di 78 anni David Lynch, regista visionario che ha rivoluzionato il cinema americano con il suo stile unico e surreale. La famiglia ha dato l'annuncio attraverso Facebook con un messaggio che riflette lo spirito del regista: "C'è un grande vuoto nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come avrebbe detto, guardate la ciambella e non il buco".

Lynch, che aveva recentemente dovuto abbandonare la sua abitazione di Senalda Road a causa degli incendi di Los Angeles, soffriva di enfisema polmonare, condizione che lui stesso aveva attribuito alla sua lunga dipendenza dal fumo. La malattia gli aveva impedito di continuare a dirigere film.

Il suo contributo al cinema è stato straordinario: in quarant'anni di carriera ha firmato capolavori come "Blue Velvet", "Mulholland Drive" e la serie televisiva "Twin Peaks", creando un linguaggio cinematografico inconfondibile che ha dato origine al termine "lynchiano". Il suo talento gli è valso tre nomination agli Oscar per "Elephant Man" (1981), "Velluto Blu" (1987) e "Mulholland Drive" (2022), oltre all'Oscar onorario alla carriera nel 2020.

Celebre per il suo approccio enigmatico alla narrazione, Lynch ha vinto la Palma d'Oro a Cannes nel 1990 con "Wild at Heart". Le sue opere, caratterizzate da atmosfere oniriche e inquietanti, hanno ridefinito i confini tra realtà e sogno, normalità e perturbante, sempre accompagnate da un uso magistrale della colonna sonora.

Negli ultimi anni della sua vita, Lynch aveva ampliato i suoi orizzonti artistici dedicandosi alla creazione di documentari, cortometraggi, dipinti e alla gestione di un canale YouTube. Nel 2018 aveva pubblicato la sua autobiografia "Room to Dream". Sposatosi quattro volte, Lynch lascia quattro figli.

In un'intervista del 2018 a Vulture.com, aveva espresso la sua gratitudine per aver potuto realizzare la sua visione artistica: "Amo quello che faccio e ho la possibilità di lavorare su ciò che voglio fare. Vorrei che tutti avessero questa opportunità".

Sezione: Attualità / Data: Gio 16 gennaio 2025 alle 20:37
Autore: Massimo Poerio
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