È stato un incontro dai toni accesi e diretti quello tenuto da Roberto Pighi presso l'Hotel Idea di Piacenza. L'ex presidente del club biancorosso (alla guida dal giugno 2020 al gennaio 2023, e prima ancora socio) ha voluto raccontare la sua versione dei fatti riguardo al mancato ritorno nella società di via Gorra, una vicenda che ha tenuto banco nell'ultima settimana nel panorama calcistico piacentino.
Una storia che si è trasformata in una vera e propria telenovela, con annunci, smentite e dietrofront che hanno lasciato molti interrogativi aperti. Sette giorni fa, infatti, l'attuale presidente Marco Polenghi aveva illustrato le ragioni del mancato ritorno di Pighi, spiegando che «non c'era chiarezza sulla governance» e che «le opzioni di detenzione quote e l'apporto finanziario non erano congruenti fra loro», aggiungendo che il contributo previsto da Pighi sarebbe stato «da socio tra il 20 e il 25% con una gestione quotidiana del club, compiti da amministratore delegato e un ruolo da presidente onorario».
Dichiarazioni che evidentemente non hanno soddisfatto Pighi, il quale ha esordito specificando di parlare «a nome mio, ma sono autorizzato a farlo anche per Marco Gatti e Rigolli», due soci che, nel frattempo, hanno deciso di uscire dalla società pur rimanendo come sponsor.
«Sono sinceramente molto deluso dalle parole pronunciate dal presidente Polenghi la scorsa settimana», ha affermato un Pighi visibilmente contrariato. «Restano ancora diverse zone d'ombra in questa vicenda. Ad esempio: come si spiega che Gatti e Rigolli volevano ricostruire una società con me dentro e poi improvvisamente decidono di andarsene? E come si può archiviare il loro addio con un semplice "sono stanchi e logori, ci può stare" quando solo 24 ore prima erano pronti a dare vita a una nuova società?».
Pighi ha poi ricostruito la cronologia degli eventi che hanno portato al fallimento della trattativa: «A gennaio ho contattato Marco Gatti per verificare la possibilità di un mio rientro. Insieme a Rigolli mi hanno riferito che dovevano informare il presidente Polenghi, che non è stato rapidissimo nella risposta. Successivamente c'è stato un incontro in un ristorante tra me, Gatti, Polenghi e Rigolli. In quell'occasione mi venne comunicato che alcuni soci, quelli che non vogliono essere definiti di minoranza, intendevano uscire dal Piacenza, ma allo stesso tempo agli altri non era gradita la mia presenza».
La svolta sembrava essere arrivata lunedì 24 marzo: «Quella sera vengo chiamato e mi viene chiesto di raggiungere lo stadio poco dopo una riunione dei soci. Ci siamo incontrati io, Gatti, Polenghi, Rigolli e Monti. Da quell'incontro doveva nascere la nuova società e mi sono stati mostrati i conti della stagione. Mi è stato anche riferito che i soci minori non gradivano la presenza di Gatti e Rigolli, quindi avrebbero ceduto le loro quote diventando sponsor per due anni, nonostante la nostra richiesta iniziale fosse di tre anni».
L'ex presidente ha spiegato che prima di quell'incontro c'erano «tre possibili scenari: una società senza di me, una società composta da noi cinque (Pighi, Gatti, Rigolli, Polenghi e Monti), oppure una società con tutti insieme, ma quest'ultima opzione difficilmente sarebbe durata viste le premesse».
Il punto più sorprendente del racconto di Pighi riguarda quanto sarebbe accaduto quella sera: «Polenghi addirittura mi disse: "Se entri fai tu il presidente", io risposi di no e pensavamo di proporre a Rigolli di assumere quel ruolo. Era tutto definito, mancavano circa 130 mila euro al budget che avremmo tranquillamente coperto con un investimento personale. Naturalmente avevo anche delle richieste: la presidenza onoraria, l'acquisizione delle quote lasciate dai soci uscenti e l'immissione di risorse economiche che, vi assicuro, sarebbero state superiori a quelle degli altri».
Secondo la ricostruzione dell'ex presidente, quella sera era stata raggiunta un'intesa sulla nuova struttura societaria: «Circa il 33% sarebbe andato alla Lupa, cioè a Gatti e Rigolli, un altro 33% a Polenghi, il 10% a Monti e il resto a me. Non c'era ancora la firma dal notaio, ma sembrava un accordo tra uomini».
Ma qualcosa è andato storto: «Non comprendo ancora oggi il motivo del dietrofront avvenuto il martedì. Certamente io sarei entrato con un piano preciso, condiviso da Gatti e Rigolli: avevamo individuato possibili tagli ai costi per circa 250mila euro, che avrebbero interessato staff tecnici, settore giovanile e dirigenti. Quella cifra l'avremmo destinata alla prima squadra».
Pighi ha poi espresso perplessità sulle motivazioni addotte da Polenghi per il mancato accordo: «Non ho capito cosa intenda per un mio ingresso "non congruo con le quote". Sarei stato nettamente il maggior finanziatore dell'attuale compagine societaria, quindi non comprendo questa affermazione. La verità è che non hanno mai voluto davvero concludere questa operazione. Ai soci minori non va bene Gatti, io evidentemente non vado bene a Polenghi. Il risultato è stata la retromarcia di martedì, quando Polenghi ci ha comunicato che quanto stabilito la sera precedente non era più valido».
E ha aggiunto con tono sarcastico: «Ora lui deve investire il triplo perché rileva le quote di Gatti e Rigolli. E quindi torniamo alla domanda iniziale: volevano creare una nuova società con me il lunedì sera e il giorno dopo sono improvvisamente "stanchi e logori"? Non è credibile».
L'impressione che emerge dal racconto di Pighi è quella di relazioni ormai deteriorate tra i vari attori della vicenda, una situazione sintetizzabile con l'espressione "C'eravamo tanto amati".
In conclusione, l'ex presidente ha espresso dubbi sulla sostenibilità futura del club: «Non credo che il Piacenza possa proseguire a lungo senza soci come me, Gatti e Rigolli, che pure rimangono ma solo come sponsor. Non comprendo la natura di questo "ostracismo" nei nostri confronti. Qualche anno fa Polenghi partecipò al 40% delle minusvalenze di bilancio insieme a Rigolli, nonostante avessero percentuali minori di quote. Aiutarono più del dovuto, per questo non capisco questo dietrofront. Si vede che "ha qualcosa" contro di me o qualcuno "ha qualcosa contro di noi"».
Alla domanda se ci fosse la possibilità di ricucire lo strappo, Pighi è stato categorico: «No, lo escludo. Il mio ritorno nel Piacenza si chiude qui. A dire il vero, hanno provato a far rientrare Rigolli ma imponendo sempre il veto su Gatti, e quindi hanno ricevuto un altro rifiuto».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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