Esperienza. Affidabilità. Ma anche entusiasmo. Mattia Seno è uno dei pretoriani di mister Pontarollo. Il tecnico lo ha avuto lo scorso anno e il direttore sportivo Sacchetto lo ha immediatamente prelevato dal Bassano e portato al ChievoVerona.
Perchè le cifre non mentono e Seno non può che essere un punto fermo della prossima stagione. 141 gettoni in serie D la dicono tutta sulla conoscenza della categoria di questo difensore con una carriera calcistica che si è dipanata interamente in Veneto ma che ha avuto inizio addirittura in Liguria.
Seno e il ChievoVerona. Contento?
“Come non potrei esserlo? Il Chievo è una società storica, una squadra che ha scritto la storia del calcio italiano più recente. E’ un onore vestire questa maglia”.
Che ha il suo peso, preoccupato?
“Indubbio che il ChievoVerona non è una squadra come le altre. Ma per me è un motivo di orgoglio essere un giocatore di questa importante realtà”.
E’ calcio d’agosto ma non state impressionando…
“Non lo dico per avere un alibi ma stiamo lavorando tantissimo. I carichi di lavoro sono terribili, il caldo di quest’estate ha fatto il resto. E comunque preferisco così che partire forte e a metà stagione avere già finito la benzina. Credo che sia nell’ordine delle cose quando si lavora così mettere in preventivo qualche partita difficile”.
Tante presenze nel girone C, quello veneto ma ora all’orizzonte c’è quello B. Che ne pensa?
“Intanto sono curioso di conoscerlo. In effetti le ultime sei stagioni ho giocato solo nel girone C e con diverse maglie, dal Campodarsego, alla Luparense, al Trento, poi la Clodiense, quindi il Montecchio e lo scorso anno al Bassano. Mi dicono sia un campionato diverso. Da noi in Veneto c’è più agonismo, più fisicità. In Lombardia le squadre giocano più sulle ripartenze, magari c’è meno tatticismo”.
Lo scorso anno è stato uno dei pilastri del Bassano di mister Pontarollo. Che allenatore è il nuovo tecnico del ChievoVerona?
“Il mister cura tantissimo la fase difensiva, è molto attento su questo aspetto. E’ una persona concreta e ama la tattica. Magari potrebbe essere una caratteristica vincente nel girone che andiamo ad affrontare”.
Al di là di qualche amichevole stonata che idea si è fatto della squadra?
“Per me, lo dico sottovoce, siamo forti. Ho visto ragazzi con capacità tecniche indiscutibili. Chiaro abbiamo cambiato molto, ci vorrà più tempo ma la squadra è forte, davvero”.
E con che ambizioni affrontate la prossima stagione?
“So che da parte di tutti c’è voglia di fare bene. Leggo che le favorite potrebbero essere Desenzano, Palazzolo, Pro Sesto. Ma con loro c’è anche il ChievoVerona”.
Nato a Mestre, ha giocato quasi esclusivamente per società venete ma, calcisticamente, è cresciuto nel settore giovanile del Genoa. Come mai?
“Da ragazzino ho fatto due volte un torneo giovanile internazionale a Cairo Montenotte. Prima con la maglia dell’Inter, poi con quella della Sampdoria. In questa seconda occasione il Genoa ha telefonato a casa mia e ha detto che mi voleva con loro”.
E quanti anni ha trascorso in rossoblù?
“Quattro, dai giovanissimi fino alla Primavera. Poi ho fatto scelte probabilmente sbagliate. Avevo la ragazza, stare lontano da casa quando si è così giovani non è facile e ho deciso di tornare a casa”.
A Genoa ha giocato con qualcuno che ha fatto strada?
“Pellegri, Lovato e Cambiaso. Il primo era pazzo per il Genoa, con Matteo si parlava in dialetto, l’ultimo è un punto fermo della Juventus. E pensare che all’epoca ero più avanti di loro…”.
Ultima curiosità. Hai qualche modello di difensore a cui si ispira? “Il mio mito è Sergio Ramos. Per me il più completo in assoluto”.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @https://x.com/NotiziarioC
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