Il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, è intervenuto con decisione sul tema della pirateria televisiva in occasione della presentazione del progetto "Sport per la Legalità". A seguito di una maxi operazione che ha smantellato un giro d'affari illegale da 250 milioni di euro mensili in Europa, Abodi lancia un monito chiaro: la lotta alla pirateria richiede un approccio sistemico e interistituzionale.

"I temi della pirateria e delle scommesse illegali riguardano l'economia criminale, che va oltre gli interessi legittimi della Serie A. Il salto di qualità si farà quando, oltre a interrompere il servizio illegale, si perseguiranno i fruitori del servizio". Queste le parole di Andrea Abodi.

"I fruitori devono comprendere in maniera meno superficiale che con dieci euro per ognuno non si vede solo una partita, ma si diventa complici dell'economia criminale. Non credo che la pirateria da sola uccida il calcio, credo che sia un problema da affrontare e risolvere ma dobbiamo contrastarlo con la forza e con la collaborazione interistituzionale, anche a livello internazionale".

Il ministro non considera la pirateria come un fattore definitivamente distruttivo per il calcio, ma sottolinea la necessità di un contrasto deciso e coordinato. In tal senso, ha già avviato un confronto in sede europea, chiedendo al Consiglio d'Europa di dedicare una sessione specifica a questi temi, che includono anche problematiche come il doping.

L'obiettivo è quello di sviluppare una strategia condivisa tra i paesi europei per contrastare questi fenomeni degenerativi, andando oltre la semplice interruzione del servizio illegale e mirando a perseguire anche i fruitori dei servizi pirata.

Abodi ha registrato una "grande corrispondenza" tra i colleghi europei, segno che la sensibilità verso questi temi sta crescendo a livello internazionale.

Sezione: Attualità / Data: Mer 27 novembre 2024 alle 21:45
Autore: Michele Caffarelli
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