Le recenti dichiarazioni di Damián Vidagany sul trasferimento di Douglas Luiz dall'Aston Villa alla Juventus hanno acceso i riflettori su una pratica che solleva interrogativi sull'efficacia del Fair Play Finanziario.

Vidagany ha ammesso che il club si è trovato nella necessità di vendere giocatori entro il 30 giugno per evitare sanzioni. Questa corsa contro il tempo ha portato a una complessa operazione che ha coinvolto tre giocatori, tra cui Douglas Luiz, allora in ritiro con il Brasile a Las Vegas.

Il caso si è ulteriormente complicato con le successive cessioni in prestito di Barrenechea e Iling Jr, rispettivamente a Valencia e Bologna, poco dopo il loro acquisto. Questa mossa ha evidenziato come l'Aston Villa abbia speso 22 milioni di euro per giocatori apparentemente non nei piani tecnici, al solo scopo di evitare potenziali sanzioni dalla Premier League.

L'operazione si configura come un artifizio contabile, dove la Juventus ha ceduto i due giovani a prezzi di mercato, ma a un club che non sembrava averne reale necessità tecnica. Questo meccanismo, pur non violando formalmente le regole, solleva dubbi etici sulla reale efficacia del Fair Play Finanziario.

Il caso mette in luce come, ancora una volta nel mondo del calcio, si trovino modi per aggirare le normative. La plusvalenza ottenuta dalla Juventus sui due giocatori della Next Gen aiuta i conti del club bianconero e dell'Aston Villa senza apparentemente danneggiare nessuno, ma lascia aperte questioni sulla trasparenza e l'integrità delle operazioni di mercato.

Questo episodio potrebbe portare a una riflessione più ampia sulla necessità di rivedere e rafforzare le regole del Fair Play Finanziario, per garantire che lo spirito della norma non venga aggirato attraverso operazioni formalmente legali ma eticamente discutibili.

Sezione: Attualità / Data: Gio 05 settembre 2024 alle 18:15
Autore: Alessandra Galbussera
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