La Clodiense sta per raggiungere il suo obiettivo più ambito, traguardo tanto atteso anche da Antonio Andreucci. L'allenatore, ex del Belluno, ha sfiorato più volte il successo in Serie D, ma finora non è riuscito a centrare il risultato decisivo, nonostante il campionato sospeso nel 2020, tecnicamente vinto dal suo Campodarsego dopo la cristallizzazione della classifica. Le delusioni subite contro Como nel 2018 e a Chioggia nel 2022 sono ormai nel passato, poiché attualmente i granata vantano 8 punti di vantaggio sulla Dolomiti Bellunesi a quattro turni dalla fine del torneo.
Lo scontro diretto potrebbe significare la festa matematica per la Clodiense, soprattutto se riuscisse a ottenere una vittoria esterna decisiva allo “Zugni Tauro” di Feltre. In ogni caso, anche in caso di risultati diversi, la situazione sarà affrontata nelle successive sfide. La differenza rispetto alla Dolomiti si riflette nelle 4 vittorie in più e altrettanti pareggi in meno, mentre entrambe le squadre hanno subito solamente 4 sconfitte. Un'altra coincidenza è il numero di vittorie consecutive: la Clodiense ha ottenuto 8 vittorie consecutive fino al pareggio 0-0 del “Ballarin” il 3 dicembre, mentre la Dolomiti ha raggiunto lo stesso numero di successi consecutivi fino ad oggi.
Il tecnico si è concesso ai taccuini del Corriere delle Alpi:«Io penso il nostro segreto sia stato e continui a essere il non aver guardato troppo in là. Ogni volta ragionavamo di partita in partita, pensando che quella successiva sarebbe stata la più difficile di tutte. Ecco, semmai ritengo sia stato d’aiuto l’aver creato nel tempo una mentalità d’alta classifica. In questo modo, chi è arrivato in estate ha trovato un filo conduttore. Poi, ovvio, i ragazzi ci hanno messo del loro: puoi programmare quanto vuoi, ma se non trovi chi dedica attenzione e impegno alla causa fatichi a ottenere i risultati».
A proposito, quanto conta l’abitudine dell’ambiente a ragionare ad alti livelli? «Parecchio, secondo me». La Dolomiti è l’unica a tentare di reggere il vostro passo. «Sono stati bravi perché avere un’idea in estate e rispettarla tramite i risultati è complicato e spesso non ci si riesce. Loro dispongono di valori tecnici notevoli, giovani bravi e giocatori esperti, conoscitori della categoria».
Con l’aggiunta da dicembre di Marangon… «Quando lavori bene e in costante crescendo, è lì che è d’aiuto quel calciatore in grado di fare la differenza con le proprie giocate». Magari auspicavate di risolvere la questione promozione con maggior anticipo. «No, assolutamente. Neppure con margini più consistenti ci sentivamo tranquilli, perché sapevamo qualcuno sarebbe uscito alla distanza. La Dolomiti in questo caso, ma potevano essere anche altre avversarie. Il nostro segreto penso sia il rimanere umili e concentrati».
Un anno fa il Legnago vinceva con 60 punti, ora voi non siete ancora tranquilli a 70… «Il campionato scorso ha avuto più squadre continue e ciò ha abbassato la quota promozione. Stavolta siamo stati noi e la Dolomiti a mantenere un passo costante».
Volete chiuderla domenica a Feltre? «Non ci pensiamo tanto. Il focus è su una contesa difficile e al tempo stesso piacevole da vivere, contro l’immediata inseguitrice. Immagino tanta gente sugli spalti e non mancheranno i nostri tifosi che trasmettono entusiasmo. A Chioggia c’è una passione particolare e la percepiamo».
La C sarà una sorta di rivincita, per lei? Le mancava l’ultimo step… «Guarda, un campionato a Campodarsego lo abbiamo vinto, al di là della successiva rinuncia societaria. Io ho sempre pensato a lavorare e mi sono tolto spesso la soddisfazione di trionfare nei playoff. Adesso speriamo di capitalizzare questo margine in classifica che in effetti c’è».
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