Ospite del canale youtube del giornalista Alfredo Pedullà, il tecnico Maurizio Sarri ha parlato del prossimo match tra Juventus e Napoli addentrandosi anche sulle  due squadre.

Juventus - Napoli arriva troppo presto? O arriva al momento giusto per capire come funziona nella filosofia e nella mentalità dei suoi allenatori?
«Allora come può funzionare nella mentalità dei due allenatori, c'è un'idea di quello che vogliono fare. Si torna all'origine, andiamo a giocare la quinta partita di campionato ma in realtà le squadre si stanno conoscendo solo in questo momento. Abbiamo fatto tre partite con il mercato aperto e poi una sosta. Il che vuol dire che se tu compri un giocatore il 30-31 d'agosto, avrà fatto quattro-cinque allenamenti con la squadra con cui deve giocare. Domenica quindi è chiaro per per avere l'espressione finale di queste due squadre è troppo presto, ci daranno solamente delle indicazioni».

Motta-Giuntoli dicesti che era la coppia perfetta. Il mercato ti è piaciuto? Risalta ancora di più quello che pensavi del nuovo corso?
«Stiamo parlando di un di un di un ciclo che secondo me deve durare tre quattro anni e quindi siamo al big bang non siamo all'evoluzione. Io penso che sarà un ciclo interessante, sarà un ciclo molto probabilmente vincente conoscendo i due personaggi. Però stiamo parlando degli albori di questo nuovo ciclo, quindi in questo momento è chiaro che possano avere difficoltà come tutti. Poi in Italia è difficile parlare di ciclo lungo perché culturalmente noi siamo per il "tutto e subito" però poi vedi che le situazioni che hanno fatto la storia... a me sembra che Ferguson abbia vinto dopo cinque anni allo United. Klopp ha fatto bene dal terzo al terzo anno al Liverpool. E poi è uno che ha vinto tutto. Eh lo stesso Klopp è uno che dice che chi giudica l'allenatore nei primi due anni non capisce di calcio».

E tu condividi ciò che dice Klopp?
«Si, magari con tempi un po' più corti. Terzo anno magari mi sembra troppo però il primo anno è difficile per tutti. Però abbiamo parlato della Juventus, di due persone sono in grado di fare calcio a grandissimi livelli, quindi con una previsione di una squadra che diventerà fortissima. Se poi mi chiedi i tempi non li conoscono».

Non te li chiedo i tempi. Ti chiedo invece se per te se Koopmeiners è la sintesi perfetta del centrocampista moderno.
«Ma sai a livello di quello che può fare, Koopmeiners potrebbe diventare il Ferguson che Thiago aveva a Bologna come come caratteristiche. Quindi è un centrocampista forte, uno che può interpretare diversi ruoli, per caratteristiche e per conoscenze. Però penso alla fine l'utilizzo sia quello che ti ho detto prima, un utilizzo alla Ferguson al Bologna e penso sia adatto a farlo».

Sul Napoli invece, McTominay mi sembra tanta roba per l'ambizione della squadra?
«McTominay è tanta roba ma anche Gilmour è tanta roba. E, al di là di questo, il Napoli secondo me aveva la squadra forte. È una squadra fortissima che ha sbagliato una stagione per tantissimi motivi ma che se la ritiri fuori da quei motivi torna a essere immediatamente una squadra forte. Il Napoli è una squadra molto forte».

Il Napoli da scudetto fino in fondo?
«Il Napoli sarà competitivo poi direi vincerà o non vincerà con l'Inter attuale è sempre molto difficile».

Ti saresti aspettato Osimhen al Galatasaray? E soprattutto Lukaku con Conte può rifiorire definitivamente?
«Ma sai Lukaku con Conte non è mai sfiorito. Sicuramente sarà messo nelle condizioni di fare bene. Conte è un allenatore che l'ha sempre messo nelle condizioni di fare bene, è sempre riuscito a sfruttarlo al cento per cento delle potenzialità del giocatore e quindi penso sarà messo sicuramente nelle condizioni di fare bene. Poi, la storia di Osimhen son quelle storie particolari. Ogni tanto nel calcio capitano, e quindi penso sia per una somma di circostanze casuali, o forse meno casuali, che è lì provvisoriamente e casualmente».

Ma tu hai mai avuto un presidente che ha speso centotrenta centotrentacinque milioni sul mercato per te?
«Forse al Chelsea abbiamo spesso una cifra vicino a questa. Però in un contesto in cui gli avversari spendono anche molto, molto, molto di più. Quelli erano erano anni in cui il City spendeva tantissimo, il Liverpool spendeva tantissimo, lo United come sempre spendeva tantissimo. Quindi, i 120-130 milioni spesi su un mercato di Premier League in quegli anni lì non erano sicuramente fra le spese top della categoria».

In merito a Juventus - Napoli di domani, c'è un aspdetto che ti incuriosisce più degli altri?
«Guarda queste sono due squadre che troveranno, o forse hanno già trovato, una grande solidità difensiva. A questo punto c'è da cominciare a vedere l'evoluzione della fase offensiva. Anche se poi la Juventus viene da tre gol fatti in Champions. Il Napoli vende a quattro gol fatti in campionato. Però secondo me son due squadre che hanno margini ancora molti nella fase nella fase offensiva».

Ma se dovessi scegliere domani dove giocarla, sarebbe sulla panchina del Napoli o sulla panchina della Juve?
«A livello di valore in campo son due squadre secondo me che che si equivalgono. Poi se dovessi scegliere una panchina, forse sceglierei quella del Napoli».

Perché?
«Per amore».

Che effetto ti ha fatto rivedere Jorginho ieri in maglia Arsenal per quello che ha giocato? Che effetto ti ha fatto riprendere tra virgolette per i capelli una situazione che sembrava ai titoli di coda e poi la carriera che ha fatto?
«Jorginho veniva da una stagione difficile. L'anno prima spesso avevano giocato un 4-2-3-1, a due può fare anche fatica però è un giocatore che ha un intelligenza tattica mostruosa. Ha fatto la carriera che meritava, per qualità tecniche, per qualità tattiche, per qualità professionali e umane. Mi ricordo i primi tempi che eravamo al Chelsea la stampa inglese sosteneva che lui era troppo carente nell'interdizione e quindi in quel ruolo doveva giocare Kante. Poi, dopo una decina di partite vennero fuori le statistiche della Premier League ufficiali e il giocatore in Premier League che aveva recuperato più palloni era Jorginho. Quindi, è chiaro poi che Jorginho li recupera con le sue qualità no. Non è uno che va in contrasto diretto in maniera fisica. Se non ci metti gli occhi lo vedi poco. Questa grandissima qualità di di palleggio, oltre a essere individuale la scatena a tutta la squadra perché è tutto un muovere la palla ad uno, due tocchi e riproporsi. E quindi scatena il palleggio anche a tutti i i compagni di reparto. Grandissimo giocatore, una carriera assolutamente meritata».

So che tu non fai formazioni tipo, e quindi non ti chiederò mai una formazione tipo, ma se ti dicessi Koulibaly, Jorginho, Higuain come trave portante di una tua squadra tipo vado molto lontano dalla verità rispetto a quelle che sono le caratteristiche del tuo standard di formazione? Cioè son tre che troverebbero sempre posto nelle due squadre?
«Ma guarda, a parte il fatto che son tre giocatori a cui sono molto affezionato, però sono tre giocatori forti. Non è che sono adatti a me. Son tre giocatori forti. Sono adatti a quasi tutti gli allenatori. Quindi non non c'è bisogno di fare classifiche. Non c'è bisogno di fare niente».

Un Higuain quando rinasce con quelle caratteristiche? Vedi qualche Higuain in giro per l'Europa?
«Lasciamo perdere se si incomincia a paragonare ventenni a questi giocatori qui. Gli facciamo solamente male. Ognuno deve andare avanti con le proprie caratteristiche ed esaltare le proprie caratteristiche. Higuain è stato un fenomeno. E come ho sempre detto a lui, poteva fare anche di più. Un giocatore straordinario, doti fisiche straordinarie, doti tecniche straordinarie. Capacità di realizzazione di altissimo livello, capacità di giocare con la squadra ad altissimo livello. Quindi stiamo parlando di un giocatore top, di uno dei più forti attaccanti degli ultimi venti, trent'anni. Poi lasciamo crescere questi ragazzi giovani in vase alle proprie caratteristiche, a quelle che sanno fare. Poi, sicuramente nascerà un giocatore forte come Higuain, con caratteristiche leggermente diverse ma sicuramente ne vedremo».

Tu mi hai detto per amore "giocherei sulla panchina del Napoli" e sei stato chiaro. Ma vedi vedi una partita indirizzata al cinquantuno percednto da una parte piuttosto che da un'altra?
«Non lo so, io non giocavo nemmeno la schedina negli anni settanta. T'ho detto per amore perché è chiaro: io a Napoli ho fatto tre anni, tre anni vissuti intensamente. Alla Juventus ho fatto un anno. E e in questi dodici mesi abbiamo fatto sei mesi giocando senza pubblico, a porte chiuse. Quindi è è chiaro che poi i ricordi mi propendono più verso Napoli che verso la Juventus ma perché è la storia che ho vissuto che è diversa».

Sezione: Serie A / Data: Ven 20 settembre 2024 alle 22:25
Autore: Alessandra Galbussera
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