«De Laurentiis mi ha chiamato a fine febbraio, è stato inaspettato. Essere qui è motivo di grande orgoglio. Osimhen? Voleva andare via, il prestito è stato appagante per tutti. McTominay e Gilmour volevano fortemente venire qui»
Oggi su Radio CRC, radio partner della SSC Napoli, è intervenuto in esclusiva il direttore sportivo del Napoli Giovanni Manna.
Di seguito le sue parole:
«Per me è stata una chiamata inaspettata quella del Napoli, in un periodo molto tranquillo della mia vita. A fine febbraio mi hanno contattato il dottor Chiavelli e il Presidente De Laurentiis: è stata una grande emozione, devo ammetterlo.
Sicuramente è stato un mercato un po' complicato, perché viziato dalla condizione di Victor ed altre uscite per poter finanziare le nostre entrate. Grazie alla lungimiranza del presidente siamo riusciti ad arrivare comunque agli obiettivi che ci eravamo prefissati. Speriamo che il campo ci dia ragione.
Lukaku senza cedere Osimhen? La situazione di Victor ci ha condizionato. Lui stesso ha espresso la volontà di non giocare più per il Napoli e di voler andare via: non ci sono state le condizioni inizialmente per far sì che questo trasferimento avvenisse. Ma ci mancava un attaccante diverso per caratteristiche che coniugasse le esigenze tecniche nostre e dell'allenatore. Da qui l'accelerata sul trasferimento di Romelu.
Osimhen in Turchia? È stata un'opportunità, il mercato era chiuso in Europa. Loro si sono approcciati a noi appena finita la nostra sessione estiva. Non eravamo apertissimi all'inizio, perché si erano presentate delle situazioni analoghe lungo il mercato, ma né noi né Victor volevamo un prestito. Poi parlando con il calciatore siamo riusciti a trovare una quadra e la soluzione è stata appagante per tutti. È chiaro che noi avremmo voluto venderlo, ma non è stato possibile.
Scott McTominay ha voluto fortemente venire a Napoli e questo è stato appagante e deve esserlo per tutti noi. Se un calciatore del Manchester United sceglie di venire a Napoli, nonostante abbia altre opportunità, dobbiamo essere orgogliosi. È un'operazione che parte da lontano, già nei primi giorni di giugno avevo avuto qualche contatto con l'agente, ma non pensavo lo prendessimo. Abbiamo continuato a mantenere questi rapporti, fino al momento in cui ci siamo seduti con il Manchester United e abbiamo capito che si poteva fare, anche forti della volontà del calciatore.
Io nella storia recente del Napoli ricordo grandi calciatori. A Napoli ha giocato Gonzalo Higuain, che io reputo uno dei più grandi attaccanti degli ultimi anni. Ci sono stati giocatori che dal Real Madrid sono venuti a Napoli ed hanno finito qui la carriera. La vittoria dello scudetto e il consolidamento in Champions League hanno dato all'esterno un'immagine ancora più forte del Napoli. Nell'era De Laurentiis si è costruita step by step e ora si è in una fase di consolidamento. È quello che vogliamo fare. È importante ed è bello vedere la gente felice con l'arrivo di un certo tipo di giocatori.
Gilmour? Billy è il primo centrocampista che abbiamo concretamente trattato e definito. Avevamo praticamente fatto nel mese di luglio, poi ci sono delle dinamiche di mercato che rallentano questi trasferimenti. Siamo rimasti sempre in contatto con il calciatore e con il club, poi quando la situazione sembrava essersi sbloccata, c'è stato l'infortunio di O'Riley. Loro ci chiedevano di fare l'accordo per gennaio. Abbiamo avuto una fase di stallo, ma poi il calciatore ha fortemente voluto venire a Napoli ed in modo corretto ha fatto valere la sua volontà con la proprietà e l'allenatore. Così l'ultimo giorno abbiamo avuto la possibilità di fare questo accordo. Avevamo tutto pronto ed in mezza giornata siamo riusciti a fare tutto.
Torino e Napoli sono due grandi realtà, ma diametralmente opposte. Lo dice la storia: una città più asettica e una più passionale. La Juventus è vista come un punto di riferimento in Italia. Essere arrivato qui è motivo di grandissimo orgoglio. Far parte di questo progetto che sta iniziando è veramente gratificante, l'affetto delle persone è unico. Siamo focalizzati su quello che è oggi e che avverrà domani.
Juventus-Napoli? Mi auguro di vedere una gran bella partita tra due grandi squadre. Noi siamo in un periodo positivo, abbiamo fatto tre vittorie. È parte di un percorso, frutto del lavoro quotidiano. Affrontiamo una squadra che è costruita storicamente per vincere, ce l'hanno nel DNA. C'è grande entusiasmo, coesione nell'ambiente: troveremo una squadra forte, che ha appena vinto bene e meritatamente in Champions League. Dobbiamo essere attenti, concentrati e lavorare. Sappiamo che è la tappa di un percorso.
Ho visto la partita della Juventus in Champions, insieme agli altri match. Vedere questo torneo per noi è complicato, perché non siamo contenti di non partecipare. Lavoriamo per far sì che questo accada l'anno prossimo.
Storicamente la Juve è costruita per vincere. Noi dobbiamo essere concentrati solo su noi stessi e lavorare partita dopo partita. Sappiamo il nostro obiettivo e che abbiamo bisogno di tempo per tornare in alto. Arriviamo da un campionato complicato, ma abbiamo i presupposti per competere con le altre e cercare di arrivare in Champions, come abbiamo sempre detto.
C'è un affetto incredibile qui a Napoli, si fa fatica a camminare per il centro. Le persone chiedono, domandano. A me piace vivere questa città: è una realtà importante e penso che dobbiamo dare qualcosa a queste persone, perché se lo meritano. Sono rimasto molto affascinato. Non sono ancora riuscito a visitare bene la città, perché è appena finita una sessione di mercato complicata. Dal punto di vista culinario, mi devo iscrivere in palestra perché se no è un problema».
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