Il Livorno sta dominando il girone E di Serie D con numeri impressionanti, ma ha trovato un solo ostacolo insormontabile durante la stagione: il Ghiviborgo. La squadra di Ghivizzano, guidata dall'ex amaranto Tommaso Bellazzini, è infatti l'unica formazione capace di sconfiggere la corazzata livornese, riuscendoci sia all'andata che al ritorno con un totale di undici gol fatti e appena due subiti.
"Forse non siamo ancora riusciti a realizzare quello che abbiamo fatto", esordisce Bellazzini, in un intervista concessa al quotidiano "Il Tirreno", tecnico biancorosso al suo primo anno in panchina. "Nessuno di noi ha ancora ben chiara l'entità di quello che è successo. È stata una prestazione straordinaria, è chiaro. Anche perché per superare così il Livorno non puoi che essere perfetto".
Per l'allenatore, alla sua prima esperienza in panchina dopo una carriera da calciatore che lo ha visto vestire anche la maglia amaranto in Eccellenza, rappresenta un motivo di orgoglio essere l'unico ad aver fermato la marcia trionfale del Livorno: "Una soddisfazione enorme. E un grande orgoglio e già lo ripetevo ai ragazzi durante tutto il girone di andata. Non credo sia un caso. Certo, il Livorno è imparagonabile a noi, ma i risultati raccolti negli scontri diretti sono il premio alla nostra mentalità, a quello che abbiamo costruito in questi mesi di lavoro. L'idea è quella di fare un calcio propositivo anche contro la squadra più forte del campionato".
Nonostante il successo contro la capolista, Bellazzini non ha dubbi sul verdetto finale del campionato: "Assolutamente sì. Me lo chiesero alla quinta giornata e già lì risposi che non avevo dubbi sul Livorno. Per valore della rosa e capacità della guida tecnica partivano davanti. Capitolo chiuso, solo applausi per un campionato stra meritato".
Il Ghiviborgo può essere considerato la rivelazione del girone, per età media (la più bassa del torneo) e per budget limitato: "Sicuramente è una considerazione che mi fa molto piacere. Penso si possa dire di sì. Per età media, la più bassa del girone, e per budget, uno dei più bassi. Siamo sempre stati nella parte sinistra della classifica, spesso anche in zona playoff. La costanza del rendimento è quello che mi è piaciuto di più. Il lavoro dei ragazzi fin qui è stato eccezionale".
Quando gli viene chiesto quali squadre lo abbiano deluso, l'allenatore non ha dubbi: "Dico il Grosseto. Per il valore della rosa, per gli investimenti fatti e per quello che avevano fatto nel girone di ritorno dello scorso anno. Mi aspettavo fossero la prima rivale del Livorno. E poi anche il Gavorrano che in un'ipotetica griglia avrei messo al terzo posto".
L'approccio tattico di Bellazzini contro il Livorno non è stato diverso rispetto alle altre partite: "Come tutte le altre. Certo, noi con squadre che giocano a viso aperto ci esprimiamo meglio. Sapevamo che ci avrebbero concesso degli 1 contro 1, venendoci a pressare alti, a tutto campo. Siamo stati bravi a sfruttarli al meglio".
Il tecnico riconosce anche i meriti dell'allenatore avversario: "Ammiro molto la mentalità di Indiani di proporre sempre un gioco offensivo, su questo siamo simili. È quello che li ha portati ad ammazzare il campionato".
Sulla sua prima esperienza da allenatore, Bellazzini si mostra entusiasta: "È stata un'annata fin qui meravigliosa. Ogni giorno sto imparando tante cose. È una stagione estremamente formativa ed entusiasmante. Credo sia una scuola unica per il valore del campionato e il fatto di affrontarlo con una squadra così giovane".
Alla domanda su che tipo di allenatore sia, risponde con umiltà: "Uno che deve imparare ancora tanto, ma che cerca di proporre un'idea e portarla avanti. Credo che i risultati siano la conseguenza di un'organizzazione e di un dna chiaro. Nel lungo periodo avere un'identità ti premia. Mi piace portare avanti un calcio propositivo".
Il gioiello Gori
Tra i protagonisti del Ghiviborgo c'è sicuramente Gori, classe 2004 e capocannoniere del campionato con 20 reti. "Un ragazzo meraviglioso, con valori umani veri", lo descrive Bellazzini. "È forte sia andando in profondità che giocando incontro. Pensa alla squadra, un grande professionista. Per essere un attaccante ha un altruismo raro. A inizio anno, per dirvene una, prendeva i rigori e li lasciava tirare agli altri. Dopo due errori, ho deciso io che sarebbe stato lui il rigorista".
Sul futuro del giovane attaccante, l'allenatore non ha dubbi: "È pronto per il grande salto. Sarà una naturale conseguenza di questa stagione. Certo, lo consiglierei a qualsiasi squadra nei professionisti".
Quanto al suo personale futuro, Bellazzini preferisce non sbilanciarsi su un possibile approdo in Serie C: "Le dico con sincerità, non ci ho mai pensato. Fino a tre giorni fa non avevamo neanche la salvezza matematica. Penso ai 21 punti che abbiamo a disposizione, poi vediamo a fine stagione cosa accadrà".
Il Ghiviborgo continua così il suo sorprendente cammino, con la soddisfazione di essere l'unica squadra capace di fermare la marcia trionfale del Livorno verso la promozione in Serie C.
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